A Villa Dora la mattina del 13 febbrai 2018 si è tenuto un seminario sulla festività del carnevale, dove si è parlato dell’origine di questa festività che risale al 1873 quando alcuni ricchi borghesi decisero di mascherarsi, ed ha maggiore espressione nelle città italiane di Viareggio, Putignano e Venezia. Il mascherarsi rappresenta un modo per uscire dal quotidiano, disfarsi del proprio ruolo sociale, negare a se stessi per divenire altro. Le maschere più famose sono quelle di : Brighella; immagine dell’alta borghesia bergamasca, Colombina; una donna serva e utile che non permette a nessuno di mancare di rispetto alla propria padrona, ma che sa dire quando conviene anche bugie. Pantalone; maschera di un vecchio e ricco mercante che si interessava solo dei beni materiali e dei profitti. Gianduia; immagine di chi la finezza di cervello ma anche di chi sa essere scherzoso e divertente. Balanzone, immagine di Bologna che esprime superbia e presunzione e che è molto grasso. Rugantino, romano , antica maschera di Roma che rappresenta il popolano violento ma allo stesso tempo coraggioso. Pulcinella, immagine classica della città di Napoli che esprime vigliaccheria e astuzia ma anche coraggio e ingenuità. Peppe Nappa; maschera siciliana rappresenta un servo di un padrone. Nel pomeriggio si è svolta una casa aperta, con la partecipazione del gruppo di fratelli e sorelle che seguono gli utenti in percorso. Dopo un momento iniziale dedicato ai saluti, c’è stato un momento ludico fatto di “scenette ed imitazioni” organizzato dal settore Punto e Culturale. Poi è stato aperto un buffet con cibi preparati dai familiari. A seguire tutti i partecipanti si sono dedicati alla condivisione e a balli fino alle 20.00, quando nel consueto cerchio di saluti, ognuno ha potuto esprimere pensieri riguardanti la serata. In questa giornata Villa Dora p stata invasa da un clima festoso e gioviale, dato dalla festa stessa e da momenti divertenti nati nella semplicità e da tradizioni diverse che si sono incontrate per conoscersi, come la “tarantella montemaranese” presentata da alcuni ospiti, che ha trascinato tutta la sala in un enorme ballo di gruppo. Il tutto è stato arricchito dall’amoree dalla gioia che unisce fratelli e sorelle. L’intera giornata è stata simbolo di unione e collaborazione, una festa resa possibile grazie all’impegno di tutti, spinti incessantemente dalla voglia di cambiare e riprendere la propria vita in mano
Francesco.