Come ogni anno, anche per quello in corso si è rinnovato l’appuntamento con la Santa Messa di Pasqua, organizzata dallo staff tutto de „La Casa sulla Roccia”, che stavolta ha visto come scenario, per la prima volta, la parrocchia di Maria SS. di Montevergine, in Rione Mazzini, e che è stata arricchita dalla presenza di Monsignor Antonio Riboldi, Vescovo Emerito della Diocesi di Acerra, che per l’occasione ha presieduto l’intera liturgia. Un figura quest’ultima che ha arricchito ulteriormente di contenuti l’intera celebrazione che, come ogni anno, rappresenta un forte e vissuto momento d’incontro tra i residenti della fase dell’Accoglienza, della Comunità „Villa Dora” e della fase del Reinserimento con i propri cari, parenti ed amici, un momento di vicinanza e condivisione unico, perché nelle mamme e nei padri di ciascuno dei ragazzi in programma si intravvedono le lacrime per la nostalgia di un figlio non più presente fisicamente, ma che sono anche lacrime di speranza affinché quello stesso figlio possa portare avanti il proprio cammino di rinascita e recupero dopo sofferenze indicibili e un passato tormentato, quello stessa rinascita che è insita ed è il fulcro della Santa Pasqua; dall’altro la gioia dei ragazzi tutti, sia dell’Accoglienza che della Comunità, come anche della fase del Reinserimento, che vedono nei propri cari il loro fondamentale punto di sostegno, per proseguire nel loro cammino di recupero, un cammino che dà la possibilità a ciascuno di loro di poter costruire nuove relazioni, basate su una condivisione vera e sincera di valori e affetti. Una cerimonia, quella di quest’anno, che ha visto i ragazzi di Villa Dora contornare i vari momenti salienti della celebrazione eucaristica, con canti intonati da ciascuno di loro, con impegno, con fierezza e spirito vivace; l’omelia celebrata da Monsignor Riboldi che, portatore di un bagaglio di enorme esperienza umana e cristiana, ha riconosciuto nell’impegno e nella testimonianza de „La Casa sulla Roccia” un baluardo ed un esempio concreto di come si può tendere una mano e offrire aiuto solidale e forte a giovani e non, con le loro problematiche di droga e disagio sociale, accompagnandoli in un percorso di aiuto impregnato di amore, di sostegno, in uno scenario nazionale ed internazionale dove s’investe sempre meno nelle politiche di aiuto e si pone sempre meno attenzione all’emarginazione sociale, su reali e tangibili iniziative di recupero e sostegno a favore delle fasce sociali più disagiate. Una testimonianza, quella di Mons. Riboldi, carica di significati: la sua stessa presenza che ha rappresentato un momento di vicinanza vero e sentito verso l’impegno profuso da „La Casa sulla Roccia‰, una testimonianza di amore enorme verso il prossimo, che è tutto racchiuso nel senso della Pasqua, la stessa testimonianza profusa durante l’omelia e nei saluti finali, una testimonianza che ha rappresentato un invito a non abbandonare mai la sete di giustizia e legalità di cui il nostro Paese, e noi tutti cristiani, abbiamo bisogno, a non aver paura e timore e lottare con coraggio contro ogni forma di illegalità, ad essere ciascuno di noi autentici testimoni di carità e amore verso il prossimo, la riscoperta di valori autentici che sono insiti in ognuno di noi e che possono essere validi strumenti per porci in aiuto e ascolto per il prossimo, quella riscoperta di valori che mai come nel periodo Pasquale si arricchisce del suo pieno significato, quella riscoperta di valori che ogni volontario, ciascuno dello staff de „La Casa sulla Roccia‰, ciascuno di noi non deve mai perdere di vista per essere strumenti di solidarietà e amore per chiunque è intorno a noi, in particolar modo per chi ne ha più bisogno. La stessa Liturgia della Parola, pronunciata durante la celebrazione eucaristica, così recitava: „Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi, e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre‰. Ha offerto un valido spunto di riflessione su chi può essere ognuno di noi per il suo prossimo, strumento di aiuto e salvezza, aiutare i più disagiati nella riscoperta di valori autentici che sono nellÊessenza dellÊessere umano e di ogni cristiano, ad essere portatori di pace e fraternità verso chi vive nella solitudine e nella disperazione. Quella fraternità che ogni giorno contraddistingue il centro nella sua opera di sostegno, di recupero e accompagnamento verso i suoi utenti, i volontari tutti, l’equipe dell’Accoglienza, della Comunità e della fase di Reinserimento, del Settore Famiglie, del Progetto Adozioni Internazionali, tanti ambiti diversi e molteplici che sono frammenti di un cuore pulsante, unico e grande, che è la realtà della Casa sulla Roccia, di cui io stesso sono fiero di essere parte, come una piccolissima meteora in un universo stellato. La celebrazione, nella sua prosecuzione, si è ulteriormente arricchita della liturgia eucaristica che si è espressa con l’offertorio commentato, attraverso i doni pasquali del pane, vino e delle palme, come testimonianza viva del lavoro dell’uomo espresso rispettivamente come capacità di stringere nuove amicizie e costruire segni di pace, che attraverso il sangue di Cristo diventa sostegno e nutrimento per la rinascita dell’uomo stesso, come segno di pace fra tutti i popoli della Terra. Suggestive le preghiere di Ringraziamento recitate sull’altare da alcuni dei ragazzi della fase del Reinserimento Sociale, che hanno rafforzato e dato vigore a quello che è il reale senso della Pasqua: la riscoperta della fiducia in se stessi e l’inestimabile valore del dono della vita; che l’esistenza stessa di ognuno di noi sia un costante momento di rinascita, un ringraziamento vero verso tutte le persone che quotidianamente offrono il proprio servizio verso il prossimo; quello che è soprattutto l’obiettivo costante del nostro centro, l’accompagnamento in un cammino di recupero nella riscoperta di valori autentici, gioia di vivere, amore, rispetto per se stessi e per il prossimo, quello che è da sempre „La Casa sulla Roccia”, una piccola grande voce autentica nel silenzio assordante del disagio sociale.