Questa mattina in occasione del ciclo di seminario che trattano il tema della Pasqua, ci ha offerto la sua testimonianza Vincenzo.
Vincenzo era una persona all’apparenza realizzata, con un lavoro da dirigente, ma viveva in un mondo fatto di presunzione e pregiudizi: voleva essere al di sopra di tutto. Il rapporto conflittuale con il padre ed una vita fatta di eccessi sfocia in tarda età nella dipendenza, la sua insoddisfazione lo porta a spingersi sempre oltre i limiti. In ogni cosa Vincenzo cercava un eccesso.
La prima cosa, arrivato alla “Casa sulla Roccia”, che è chiamato ad affrontare è quella di riconoscersi un problema: lui non si sente tossicodipendente, non pensa di aver toccato il fondo.
La famiglia, però, che vede e soffre per la condizione di disagio vissuta da Vincenzo, gli dice che entrare in percorso oramai non è più solo una scelta, ma una necessità…. Ne va della sua vita.
Entrato in percorso, il primo impatto non è dei migliori: non vuole aprirsi, non vuole raccontarsi, lui che ha sempre diretto gli altri pensa che nessuno può dirgli o insegnargli nulla. Ma così avanti non può andare, in fondo al cuore sa che quello che gli viene detto è giusto ed è solo frutto di amore… Allora in Comunità arriva la svolta. In un momento di crisi sceglie definitivamente cosa vuole fare della sua vita e si affida totalmente al progetto.
Comprende che è arrivato il momento di guardarsi indietro e dentro, di fare i conti con i tanti errori e le difficoltà . Sa che non può più fuggire. Allora la persona presuntuoso e sola di un tempo diventa una persona umile. La dignità la comincia a cercare nel cuore e non più nei soldi. Capisce che ciò che lo rende ricco è felice è aiutare il prossimo. Il miracolo della rinascita, a questo punto, è compiuto.
Il distacco dalla Comunità ed il rientro al lavoro ed alla vita di tutti i giorni, una volta ritrovato l’amore per sé e per gli altri, gli risulta difficile: i pregiudizi che vive immaginando cosa le persone che lo avevano conosciuto in passato potevano pensare di lui lo fanno soffrire. Ma a sorreggerlo e a gratificarlo ci sono le persone care, quello che lo hanno seguito, che non lo hanno lasciato solo: loro vedono il cambiamento. Da allora nessuno può più fermarlo.
Rientra in una condizione di normalità grazie alle relazioni che ha imparato a costruire in Comunità: ricorda che dal Vincenzo spietato è diventato una persona umile e onesta che si accontenta di ciò che ha ed è ricco di ciò che è.
Questa storia vuole rappresentare la rinascita di chi passa dall’egoismo, dalla solitudine smisurata all’amore per se e per gli altri.
Oggi Vincenzo è un uomo nuovo che ha finalmente ritrovato la sua strada e la sua vita.
Quello che questa storia ci insegna è che possiamo e dobbiamo essere noi il cambiamento che vogliamo nel mondo. Noi possiamo essere la vita. Noi stiamo lottando per essere altri Vincenzo.